Valanga – Cosa Fare

Associazione Gruppo CB Tigrotto Villa Potenza


COSA FARE IN CASO DI VALANGA

La valanga è un fenomeno che si verifica quando una massa di neve o di ghiaccio improvvisamente si mette in moto verso valle.

La prevenzione nel caso di rischio valanghe consiste innanzitutto nel conoscere quali sono le aree dove i fenomeni si verificano.
Le valanghe, infatti, si hanno quasi sempre negli stessi luoghi: aree di alta montagna con terreni rocciosi nudi, prive per lo più di copertura vegetale.
E’ importante evitare le aree a rischio nei periodi in cui si prevedono i distacchi, frequenti all’inizio della primavera quando l’innalzamento delle temperature può essere tale da provocare lo scioglimento repentino delle masse nevose.

Ecco perchè prima di un’escursione in alta montagna, soprattutto dopo un’abbondante nevicata è altamente consigliato consultare sempre i bollettini neve e valanghe della Protezione Civile, che forniscono indicazioni rapide e sintetiche sul pericolo valanghe con una scala da 1 a 5.

Il rischio di valanga è una delle principali preoccupazioni per gli sci-alpinisti e per coloro che amano avventurarsi fuori dalle piste battute, ed anche i responsabili delle stazioni di sci sono interessati dal problema valanghe. Molti appassionati di sci fuori pista e di scialpinismo temono questo rischio, mentre altri lo ignorano del tutto: per incoscienza, per incompetenza o per eccesso di sicurezza in se stessi.

Fai attenzione, non lasciarti tentare da una discesa senza riflettere sui rischi che essa presenta: l’improvvisazione non deve prendere il posto della più elementare prudenza.

  • Esiste sempre un rischio di valanghe o distacco di neve ogni volta che si esce dalle piste segnalate, anche molto tempo dopo l’ultima nevicata.
  • Esaminando la casistica delle valanghe si può facilmente vedere come nella maggior parte dei casi siano gli sciatori stessi a provocarle.
  • I mutamenti atmosferici improvvisi che si verificano in media o alta montagna modificano radicalmente la struttura del manto nevoso.
    I due elementi che più influiscono su di esso sono il vento e la temperatura.

E’ importante sottolineare che:

  1. Nel fuori pista la maggior parte dei pendii sono spesso percorsi da un gran numero di sciatori che contribuiscono ad assestare i diversi strati di neve. Inoltre dopo abbondanti nevicate in alcune località gli addetti provvedono a far staccare artificialmente le valanghe nei punti maggiormente pericolosi; anche se si è provveduto al distacco artificiale delle slavine sii comunque prudente a inizio stagione, quando il manto nevoso non è ancora consolidato o dopo un periodo di vento o ancora in caso di cambiamento di temperatura.
  2. Nello scialpinismo avviene spesso che sia proprio salendo con le pelli di foca che ci si espone maggiormente al rischio di valanghe, in particolare quando si devono effettuare delle lunghe diagonali. Inoltre, i pendii raramente frequentati, l’ora piuttosto avanzata della discesa e la tecnica approssimativa di alcuni sci-alpinisti contribuiscono ad aumentare i rischi accidentali e naturali.
    Va sottolineato come molti sciatori seguano qualsiasi traccia senza preoccuparsi dell’itinerario, dell’ora e delle conoscenze tecniche indispensabili per evitare il rischio di valanghe.

Esistono diverse tipologie di valanghe:

    1. VALANGA DI NEVE POLVEROSA: Dopo una caduta di neve fredda, abbondante, lo strato è molto instabile, per mancanza di coesione tra i cristalli. Il rischio è molto più alto se ci si trova in un grande pendio. Infatti, le slavine di neve farinosa si staccano in modo molto rapido, raggiungendo a volte una velocità di 200 chilometri all’ora. La neve si mischia all’aria formando una miscela molto dannosa.
      Quando si stacca una valanga di neve polverosa, bisogna tentare di fuggire rapidamente poiché lo spostamento d’aria e la neve leggera possono percorrere delle distanze impressionanti!
    2. VALANGA DI NEVE BAGNATA: Si tratta di valanghe di fondo causate all’aumento della temperatura per l’azione del sole o del vento caldo. Tutta la massa nevosa diventa senza coesione, umida e scivolosa. La velocità di stacco è assai lenta, ma la massa di neve è notevole. La valanga scende sotto forma di molte palle di neve e si crea un passaggio raschiando il suolo come un bulldozer. Quando essa si ferma le forme di neve si schiacciano le une contro le altre soffocando lo sciatore sommerso; questa neve si indurisce rapidamente come cemento rendendo difficile il sondaggio. È la tipica slavina di primavera ed è anche la più prevedibile.
    3. LASTRONI FORMATI DAL VENTO: Solitamente le ramificazioni dei cristalli di neve fanno sì che questi si “incastrino” uno nell’altro, un po’ come succede con i puzzles. Il vento comprime i cristalli di neve gli uni contro gli altri distruggendone le ramificazioni e formando fini granuli tondeggianti, privi di coesione. Questi lastroni si formano abitualmente nelle zone sotto-vento, sotto le cornici, nelle interruzioni di pendenza e nelle conche sovraccariche di neve ventata. Questa neve si frantuma molto facilmente e tutto il pendio è interessato dall’onda di rottura del lastrone. La velocità di questo tipo di valanga è in funzione della pendenza e dello spessore del lastrone stesso, che può variare da 30 cm a 2 m circa.

 

 

10 REGOLE DA RICORDARE
  1. Indossa l’ARTVA e controllane il funzionamento prima di iniziare l’attività.
  2. Muoviti il più possibile lungo le creste e le dorsali, utilizzando i punti sicuri del terreno, come le rocce, gli alberi, i tratti pianeggianti.
  3. Evita le zone sottovento e/o dominate da cornici di neve.
  4. I pendii aperti ed uniformi, o quelli che presentano bruschi cambi di pendenza, sono da considerarsi sospetti.
  5. In caso di manto nevoso instabile, non avventurarti su pendii con inclinazione superiore a 30 gradi.
  6. Evita l’attraversamento (taglio) di pendii aperti.
  7. Quando non c’è modo di evitare l’attraversamento, il pendio deve essere tagliato il più in alto possibile.
  8. La salita e discesa di un canalone deve avvenire sempre verticalmente e lungo i margini.
  9. Evita assolutamente l’attraversamento di zone che confluiscono in crepacci, salti di roccia, pietraie affioranti o altre insidie.
  10. Le vecchie tracce non sono indice di sicurezza, in quanto nel frattempo la situazione può essere mutata. Anche le tracce di animali non danno garanzie
PRIMA DELL'ESCURSIONE
  • Consulta sempre i bollettini neve e valanghe che forniscono indicazioni rapide e sintetiche sul pericolo di valanghe con una scala da 1 a 5;
  • Informati dalla Società di gestione degli impianti delle condizioni di innevamento e dei versanti;
  • Non rimanere mai da solo: affinché sia reso possibile l’autosoccorso, è essenziale che almeno uno dei componenti della comitiva non venga travolto dalla valanga;
  • Rispetta la segnaletica e le indicazioni presenti sulle piste riguardo le condizioni dei percorsi sci – alpinistici e di discesa fuori pista;
  • Evita di passare attraverso versanti a forte pendenza con notevole innevamento, specialmente nelle ore più calde;
  • Evita l’attraversamento di zone sospette come pendii aperti, canaloni, zone sottovento;
  • Quando ti muovi utilizza i punti più sicuri del terreno, come rocce e tratti pianeggianti;
  • Equipaggiati di un apparecchio di ricerca in valanga (ARTVA), di una sonda leggera per l’individuazione del punto esatto in cui si trova la persona sepolta e di una pala per potere rimuovere velocemente la neve: nella maggior parte dei casi la profondità di seppellimento si aggira intorno al metro. Questo equipaggiamento deve essere in possesso di ogni componente della comitiva.
DURANTE UNA VALANGA
  • Ricorda che in caso di valanga la neve tende ad accumularsi nella zona centrale e quindi potrebbe essere più facile trovare una via di fuga laterale;
  • Cerca di mantenere uno spazio libero davanti al petto;
  • Muovi braccia e gambe, come se nuotassi, per cercare di avvicinarti al margine della valanga e di rimanere in superficie.

 

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QUANDO GUADAGNA UN VOLONTARIO DI PROTEZIONE CIVILE

I volontari della Protezione Civile non percepiscono alcuno stipendio. Tuttavia, i lavoratori subordinati che prestano soccorso, continuano a percepire il normale stipendio anche se impegnati nell’attività di volontariato.

I DIRITTI DEL VOLONTARIO DI PROTEZIONE CIVILE

Il volontario di protezione civile non percepisce alcun compenso, ma la legge lo tutela come lavoratore: in caso di addestramento o impiego, lo Stato rimborsa la giornata lavorativa al datore di lavoro pubblico o privato.

  • Il volontario di protezione civile è assicurato dalla propria organizzazione contro i rischi di responsabilità civile verso terzi, gli infortuni e le malattie professionali.
  • Le organizzazioni di volontariato di protezione civile possono richiedere il rimborso delle spese autorizzate sostenute dai propri volontari nel corso delle attività.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
  • D. Lgs. n.1 del 2 gennaio 2018, Capo V Riconosce il volontariato organizzato come struttura operativa del Servizio Nazionale della Protezione Civile, valorizzandone il ruolo e le capacità.
  • D. Lgs. n.117 del 3 luglio 2017 e successive modifiche Definisce il volontariato come attività personale, spontanea e gratuita e ne disciplina le forme associative.

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